Quando NON impugnare un testamento

Quando NON impugnare un testamento

Premessa

Il testamento è un atto con cui una persona (detta testatore) decide della sorte dei suoi beni per quando sarà defunto. Per legge può decidere di destinare una sola parte dei suoi beni perché una parte di essi sarà ereditata da alcuni soggetti (detti legittimari), a prescindere dalla volontà del testatore.

Le forme in cui si può fare testamento sono molteplici ma le più comuni sono:

  • testamento olografo: scritto di pugno dal testatore
  • testamento pubblico: scritto dal Notaio e contiene le indicazioni testamentarie che gli fornisce il testatore
  • testamento segreto: scritto dal testatore e ricevuto e conservato dal Notaio

Il testamento contiene le ultime volontà del defunto. Esse possono piacere o possono non piacere ai suoi familiari (coniuge, figli, nipoti, etc.) poiché in assenza di testamento sono i familiari (parenti) fino al 6° grado ad ereditare.

Verificare la validità del testamento

Cosa succede se le disposizioni testamentarie del defunto non incontrano i desideri dei suoi familiari ma l’atto è valido?

Un testamento è valido quando:

  • ha le caratteristiche di forma previste dalla legge
  • rispetta la quota dei legittimari (coniuge, unito civilmente, figli e genitori/ascendenti)
  • è fatto da persona capace di intendere e di volere nel momento in cui è stato scritto o dettato al Notaio

Se l’atto è valido sotto ogni profilo di forma, rispetta le quote di legittima attribuendo ai legittimari la parte del patrimonio che gli spetta di diritto e il testatore era perfettamente capace di intendere e di volere (quindi di fare testamento) e non è possibile dimostrare né con testimoni né con documenti né con altri mezzi probatori validi che il testamento non è valido esso non va impugnato.

I vizi di forma e le quote dei legittimari sono rilevabili da un avvocato esperto in diritto successorio.

Però se il testatore era capace di intendere e di volere al momento della redazione del testamento è necessario che vengano effettuate delle vere e proprie indagini prima di procedere con l’eventuale impugnazione per vizio di capacità del testatore.

Le indagini riguarderanno la salute fisica, mentale e le relazioni del defunto per comprendere se egli oltre ogni ragionevole dubbio era fisicamente e psicologicamente sano (capace di intendere e di volere). Esse riguarderanno anche la sfera affettiva, le sue amicizie e le sue frequentazioni per comprendere se la volontà del defunto non è stata orientata o forzata verso quelle determinate clausole testamentarie a favore di soggetti estranei e non graditi ai suoi parenti.

L’avvocato esperto in successioni e divisioni effettuerà una vera e propria indagine per capire se ci sono le prove per impugnare il testamento.

Cosa rischi se perdi

Impugnare un testamento formalmente valido, senza avere le prove che la volontà del testatore sia stata raggirata, orientata o costretta, porta ad una causa priva delle prove necessarie, zoppa in partenza, che si concluderà con la condanna al pagamento delle spese salate dell’avvocato di controparte e probabilmente anche ad una ulteriore condanna di esborso di denaro perché l’impugnazione del testamento é priva di solide basi giuridiche ed è da considerarsi lite temeraria (96 c.p.c.).

In conclusione, un testamento valido che sia formalmente valido sotto il profilo della capacità di testare del testatore – ove non si può dimostrare in causa che è stato circuito o orientato nelle sue scelte testamentarie – non va impugnato.

Nel caso in cui si possa dimostrare la circuizione esso sarà impugnabile nel termine ordinario di 5 anni dalla pubblicazione.

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